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E alla fine abbiamo tutti bisogno di un salvatore, di
qualcuno che ci prenda tra le proprie braccia e ci dica 'va tutto bene',
qualcuno che sia pronto a stringerci in casi di emergenza e non. Un salvatore
di vita. Non tutti lo trovano e molti fanno di tutto per non trovarlo, per
avere ancora quel senso di pericolo che scuote le anime, per provare ancora il
brio di essere solo contro tutto\i. E poi sarà strano, ma ci accorgeremo di
quanto ne avremo bisogno, anche solo per un attimo, un attimo fatele, avremo
bisogno di qualcuno che ci protegga e ci dica 'Sono qui'. (Dorella Basta)
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L'impeto letale che abita l'uomo è da temere ma non rispettare. Giacchè sopraggiunge senza farsi annunciare e si impone come un despota affamato di potere e di sangue. Creature arrendevoli, ci scopriamo.Non è mai una salvezza reprimere un tale impeto, un coitus che ha come sola origine la voglia di vivere. Non esiste la Libertà, l'Onestà, la Pietà, nel regno in cui domina la Vita più pura.(Ludovica Germinario)
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Due donne perdute nell'amore ma costantemente richiamate dal loro dovere sono le nostre protagoniste. Due uomini perduti nel dovere e costantemente richiamati all'amore le accompagnano. Ecco la Zaira del XXXVIII Festival della Valle d'Itria che andrà in scena il 29 luglio.
"Stesso punto per favore maestro". É la frase che forse più si sente durante le prove di Zaira. Ricominciare dallo stesso punto è una continua ricerca dell'intenzione giusta, del gesto perfetto. Perché un personaggio viene definito dai gesti che fa. Una carezza incerta, uno sguardo duro o di trionfo associati alle note che sgorgano dalla bocca fanno il personaggio dell'opera. Allora quella frase viene ripetuta tante volte, in musica come nel gesto, per vedere se le due cose si sposano perfettamente, per vedere se il gesto definisce la musica e se la musica viene definita dal gesto, per vedere se il cantante ha capito quale intenzione deve mettere nel gesto e nella musica. Solo per questo si ricomincia sempre dallo stesso punto e ancora e ancora finché gesto, musica e intenzione sono la stessa cosa e definiscono il personaggio che lo deve fare. Difficile non imparare subito tutti i recitativi, le cabalette e le arie. Difficile non ricordare in quale punto preciso il cantante deve scendere e un altro salire. Forse è la magia che si crea su un palcoscenico, che per quanto possa anche essere improvvisato, continua ad avere la sua aurea potente, intoccabile. Ecco che chiunque sale sopra magicamente acquista una diversa aura. Ogni momento ogni espressione, ogni gesto diventano una cosa sola con la musica e si crea un incanto.
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Quella strana voglia di ribellarsi all'uomo che impone
qualcosa, la strana voglia di andare contro tutto e alzarsi. La voglia di
essere forti. Cercando di esserlo.Non riuscendoci.Alla fine vincerà quello che è più forte, che
ha più pretese. E tutto ciò che di bello c'era si rovinerà.Ma lottare servirà a qualcosa (?) (Dorella Basta)
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E' tutto così strano, il mondo sembra incantarsi sul sesso,
su quella voglia assoluta di assaporare la carne dell'altro. Non sembra esserci
altro per l'uomo che il sesso, la voglia assoluta di amare senza freni, fin
troppo. Spingendo l'altro a farsi amare. Ma a questo punto, dopo aver legato al
proprio corpo l'altro contro voglia, si può ancora chiamare amore ?(Dorella Basta)
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Pausa. Generalmente sembra il mercato della frutta. Si perché si mangia qualcosa e ognuno porta un tipo di frutta diverso ogni giorno. Percoche, melone, anguria, pesche, albicocche, qualunque cosa riesca a mantenersi fresca sotto il sole delle 5 di pomeriggio automaticamente viene mangiata in prova. Insieme alla mini pistola ad acqua dei ragazzi (piacevole a dire il vero) e alle risate dei cantanti. Le pause alle prove della Zaira sono così: sigarette e giochi di carte, Lupus in tabula mentre Rosetta Cucchi suona il piano, partitelle a pallone dove i 2 metri di altezza di Valeri Turmanov sono l'unica cosa che vedi o semplicemente su di una sedia, chiudendo gli occhi e sgombrando la mente.
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Del resto, quando vivi i tuoi giorni tra spartiti ed arie, all'interno di una scenografia che non ti appartiene ma a cui tu finisci con l'appartenere, districandoti tra le doppie personalità dei cantanti che prima ancora di essere i protagonisti dell'opera sono i protagonisti ognuno di una propria storia, è inevitabile che la vita di una comune adolescente si intrecci con la musica ed i giorni assumano la consistenza di note sospese tra le linee di un pentagramma finito, la cui chiave di lettura è il Tempo.(Ludovica Germinario)
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Dare forma ad un'idea, ad una ispirazione non è facile. Devi sapere con precisione cosa vuoi da tutti i cantanti e i figuranti. Devi saper cambiare al volo le situazioni per adattarle ai cambiamenti imprevedibili. Devi saper tirare fuori da tutti il meglio e impiegarlo sulla scena per vedere quell'idea prender forma. Allora devi ripetere e ripetere le scene, per farle memorizzare a chi le fa e per vederle in ogni minimo particolare. Perchè sono i particolari che raccontano una storia e la rendono diversa da tutte le altre. Far prendere forma alla propria idea è come scrivere un libro. Hai le idee chiare e sai come deve andare a finire. Ma il viaggio che ti porta a scriverlo è tutta un'altra storia. La storia di Zaira parte da lei e si sviluppa in tutti coloro che dietro ci lavorano. Non è solo una ripetizione meccanica di movimenti ma è raccontare quello che più ha colpito, farlo proprio e trasmetterlo agli altri. Una incessante collaborazione con la musica. Lei che alla fine decide quali sono le situazione e i sentimenti che devono essere provati. Lei che decide su quale nota e su quale battuta entra qualcuno e diventa personaggio. Lei amministra l'opera e inconsapevolmente, tutti coloro che di lei vogliono parlare.
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Zaira è un'opera in grado di trasmettere emozioni velenose.Cosa c'è di più doloroso di una lotta contro se stessi? La paura di smarrirsi, di ferire il nemico e ritrovarsi con un pugnale conficcato nel costato. Come Cristo sulla croce, ogni giorno e per l'eternità lottare contro l'unica fonte di vita conosciuta, la propria ombra, la propria immagine riflessa nello specchio, urlare alla voce dell'anima di tacere.Una maledizione che non porta redenzione, mai, perchè ognuno salirà il proprio calvario e dovrà assaporare l'amara polvere del Golgota.Si spegneranno le luci, l'atrio del Palazzo Ducale sarà deserto ed il vento unico spettro ad aggirarsi fra alte scalinate. Nessuna catarsi potrà decretare il vincitore, porteremo sempre con noi il nostro peggior nemico, che altri non è che la sola fonte di salvezza.(Ludovica Germinario)
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Fine prova. Ognuno sfinito torna a casa. Consapevole che una parte del lavoro è stato fatta e tanta altra ancora ce ne da fare, arricchito di una nuova parte del proprio personaggio e forse già carico per il lavoro del giorno dopo.
Non saprei come raccontare diversamente le prove di Zaira. Perchè si, raccontarvi particolari dei cantanti durante le prove o dei giochi d'acqua dei figuranti forse sarebbe più divertente ma non racconterebbe Zaira, quella che io sto vivendo giorno per giorno. Quella che vedo crescere e diventare un'opera. Questa è la mia Zaira e questa è quella che vedrò sulla scena il 29 luglio nel Palazzo Ducale. Emozioni in musica, tramutate in gesti e personificate da due eroine. Che siano eroine dell'amore o del dovere, lo lascio decidere a voi.
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La musica è un lieto esercizio per raffinare i sensi. Il cuore ne assorbe ogni fragranza e muta in consistenza, la sensibilità si inchina alla interiorità ed ogni dettaglio improvvisamente appare luminoso. Insegnare ai sensi ad amare ciò che ne travalica le competenze. (Ludovica Germinario)
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Articolo a cura di Federica di Bari, Assistente alla Regia
Fotografie a cura di Dorella Basta, Roberta Ceppaglia, Rosanna Carrieri e Vincenzo Mola
Didascalie a cura di Dorella Basta e Ludovica Germinario
Responsabile Blog Ludovica Germinario